venerdì 31 dicembre 2010

IL GRUPPO AMICI DELLA MONTAGNA M. ROSA sul LAGO D'ORTA


Pubblico volentieri le foto inviatemi da questo gruppo di amici proveniente dalla vicina Valsesia e capitanato da quel grande ed esperto camminatore, il mitico Don Giuseppe, che si ritrova almeno due volte all'anno per fare un'escursione che, sancisca il loro amore per la montagna e rinnovi gli antichi legami di amicizia.
E' così succede, come dice il Vasco, "ognuno col suo viaggio, ognuno diverso, ognuno in fondo perso dentro ai fatti suoi..."  che quando arriva la data predestinata, queste persone mollano i propri affari, i propri impegni, i propri affetti e per un giorno si dedicano alla comune passione per l'outdoor, dandosi premurosa attenzione l'un l'altro come fanno i veri amici tra ricordi, gioiosi e tristi, risate, simpatia e racconti di come va la vita...veramente un bel gruppo affiatato, che ho avuto il privilegio di accompagnare sul Monte Crabbia (o Barro), una modesta cima di 662 m che si eleva tra il Lago d'Orta e le pendici del Mottarone. Il poggio panoramico, sormontato da una grande croce di legno eretta dagli Alpini, si trova a 639 m.

sabato 27 novembre 2010

camminare d'inverno







Mi raccomando, guardate la pagina delle escursioni invernali, dove troverete le occasioni adatte a tutti per vivere e assaporare appieno la montagna nella sua vesta bianca......

martedì 19 ottobre 2010

escursione sul MONTORFANO

Pubblico con piacere la foto inviatami da Colonia, che ritrae il gruppo davanti al secolare olmo di Mergozzo, tappa finale di un'escursione ad anello che ha provato severamente le loro forze, ma che li ha lasciati colmi di soddisfazione per quanto visto.

Si parte con il pulmann alle 9.00 dall'Hotel Cortese di Armeno, e raggiungiamo Mergozzo (204 m.).
Il dislivello totale sarà di 590 m. La difficoltà dell'escursione E .
Partiamo dalla località "Al Sasso" per raggiungere la cava di granito verde, per poi intersecare la strada della Lina Cadorna. Porto la loro attenzione sulle opere di realizzazione della strada, gli imponenti muri di sostegno, le prese per incanalare l'acqua, il fortino; soprattutto nei particolari ben fatti si nota la grandiosità dell'opera. Arriviamo alle polveriere e il panorama bellissimo sui laghi, sul Cusio e su Gravellona li ripaga della fatica. Raggiungiamo dunque la cima (794 m.). Noto che qualcuno ha già dato tutto, allora prolungo di qualche minuto la pausa, mentre descrivo loro il sentiero che ci separa ancora dal paesino di Montorfano. Raccolte ulteriormente le energie, ripartiamo per la discesa che durerà un'oretta circa.
Belli gli scorci panoramici sulle cime della Valgrande e sul lago di Mergozzo. Restano di stucco nel vedere la "lizza", speciale scivolo utilizzato dai cavatori per trasportare il materiale a valle. All'altezza della palestra di arrampicata, fermo il gruppo per una pausa che giunge quanto mai opportuna; qualcuno è esausto,(il più anziano ha ottant'anni), ma dopo qualche parola di incoraggiamento, riprendiamo a camminare per arrivare al ristorante Belvedere verso le 14.00, dove ci aspettano le mezzepennette al cinghiale che avevamo prenotato.
Le forze sono ritornate, insieme al sorriso ed arrivano anche i ringraziamenti per il sottoscritto che ricambia e che comunica loro che a Mergozzo li attende....una dolce sorpresa....
Qualcosa dovevo inventarmi per far riprendere loro il cammino, perciò rapida visita alla bella chiesa di S. Giovanni (che non sapevo fosse l'unica della diocesi di Novara ad essere cruciforme) con la sua antica fonte battesimale e poi, via, sulla mulattiera che si congiunge a Mergozzo ovvero il "Sentiero Azzurro".
La scala in ciotoli denominata "Scarpia" ci fa arrivare velocemente nei pressi del  famoso negozio "Vecchio Fornaio Pasticciere" dove i gentilissimi gestori Giordano e Patrizia, ci stanno aspettando per farci degustare il tipico dolce di Mergozzo, la "Fugascina". Tutti ne apprezzano la grande bontà, e sono felicissimi di portarsi in Germania dei "souvenirs" così squisiti.
Concludiamo l'escursione con una visita al lago dalla pittoresca piazza di Mergozzo, con il suo olmo secolare,
e, tutti proviamo un senso di pace e gratitudine......
Ho sentito una volta, qualcuno che diceva: le cose semplici, sono le più belle....e  cosa c'è di più bello che camminare? Vielen Dank........




venerdì 17 settembre 2010

A proposito di ambiente, guardate cosa ho trovato......

IL MANIFESTO DEI DIRITTI DELLA TERRA
Il discorso di Capo Seattle - Capriolo Zoppo, 1854


Il grande Capo che sta a Washington ci manda a dire che vuole comprare la nostra terra. Il grande Capo ci manda anche espressioni di amicizia e di buona volontà. Ciò è gentile da parte sua, poiché sappiamo che egli ha bisogno della nostra amicizia in contraccambio. Ma noi consideriamo questa offerta, perché sappiamo che se non venderemo, l’uomo bianco potrebbe venire con i fucili a prendere la nostra terra. Quello che dice il Capo Seattle, il grande Capo di Washington può considerarlo sicuro, come i nostri fratelli bianchi possono considerare sicuro il ritorno delle stagioni.

Le mie parole sono come le stelle e non tramontano. Ma come potete comprare o vendere il cielo, il colore della terra? Questa idea è strana per noi. Noi non siamo proprietari della freschezza dell’aria o dello scintillio dell’acqua: come potete comprarli da noi?

Ogni parte di questa terra è sacra al mio popolo. Ogni ago scintillante di pino, ogni spiaggia sabbiosa, ogni goccia di rugiada nei boschi oscuri, ogni insetto ronzante è sacro nella memoria e nella esperienza del mio popolo. La linfa che circola negli alberi porta le memorie dell’uomo rosso. I morti dell’uomo bianco dimenticano il paese della loro nascita quando vanno a camminare tra le stelle. Noi siamo parte della terra ed essa è parte di noi. I fiori profumati sono nostri fratelli. Il cervo, il cavallo e l’aquila sono nostri fratelli. Le creste rocciose, le essenze dei prati, il calore del corpo dei cavalli e l’uomo, tutti appartengono alla stessa famiglia. Perciò. Quando il grande Capo che sta a Washington ci manda a dire che vuole comprare la nostra terra, ci chiede molto. Egli ci manda a dire che ci riserverà un posto dove potremo vivere comodamente per conto nostro. Egli sarà nostro padre e noi saremo i suoi figli. Quindi noi considereremo la Vostra offerta di acquisto. Ma non sarà facile perché questa terra per noi è sacra. L’acqua scintillante che scorre nei torrenti e nei fiumi non è soltanto acqua ma è il sangue dei nostri antenati. Se noi vi vendiamo la terra, voi dovete ricordare che essa è sacra e dovete insegnare ai vostri figli che essa è sacra e che ogni tremolante riflesso nell’acqua limpida del lago parla di eventi e di ricordi, nella vita del mio popolo.

Il mormorio dell’acqua è la voce del padre, di mio padre. I fiumi sono i nostri fratelli ed essi saziano la nostra sete. I fiumi portano le nostre canoe e nutrono i nostri figli. Se vi vendiamo la terra, voi dovete ricordare e insegnare ai vostri figli che i fiumi sono i nostri fratelli ed anche i vostri e dovete perciò usare con i fiumi la gentilezza che userete con un fratello.

L’uomo rosso si è sempre ritirato davanti all’avanzata dell’uomo bianco, come la rugiada sulle montagne si ritira davanti al sole del mattino. Ma le ceneri dei nostri padri sono sacre. Le loro tombe sono terreno sacro e così queste colline e questi alberi. Questa porzione di terra è consacrata, per noi. Noi sappiamo che l’uomo bianco non capisce i nostri pensieri. Una porzione della terra è la stessa per lui come un’altra, perché egli è uno straniero che viene nella notte e prende dalla terra qualunque cosa gli serve. La terra non è suo fratello, ma suo nemico e quando la ha conquistata, egli si sposta, lascia le tombe dei suoi padri dietro di lui e non se ne cura. Le tombe dei suoi padri e i diritti dei suoi figli vengono dimenticati. Egli tratta sua madre, la terra e suo fratello, il cielo, come cose che possono essere comprate, sfruttate e vendute, come fossero pecore o perline colorate.

IL suo appetito divorerà la terra e lascerà dietro solo un deserto.

Non so, i nostri pensieri sono differenti dai vostri pensieri. La vista delle vostre città ferisce gli occhi dell’uomo rosso. Ma forse ciò avviene perché l’uomo rosso è un selvaggio e non capisce.

Non c’è alcun posto quieto nelle città dell’uomo bianco. Alcun posto in cui sentire lo stormire di foglie in primavera o il ronzio delle ali degli insetti. Ma forse io sono un selvaggio e non capisco. Il rumore della città ci sembra soltanto che ferisca gli orecchi. E che cosa è mai la vita, se un uomo non può ascoltare il grido solitario del succiacapre o discorsi delle rane attorno ad uno stagno di notte?

Ma io sono un uomo rosso e non capisco. L’indiano preferisce il dolce rumore del vento che soffia sulla superficie del lago o l’odore del vento stesso, pulito dalla pioggia o profumato dagli aghi di pino.

L’aria è preziosa per l’uomo rosso poiché tutte le cose partecipano dello stesso respiro.

L’uomo bianco sembra non accorgersi dell’aria che respira e come un uomo da molti giorni in agonia, egli è insensibile alla puzza.

Ma se noi vi vendiamo la nostra terra, voi dovete ricordare che l’aria è preziosa per noi e che l’aria ha lo stesso spirito della vita che essa sostiene. Il vento, che ha dato ai nostri padri il primo respiro, riceve anche il loro ultimo respiro. E il vento deve dare anche ai vostri figli lo spirito della vita. E se vi vendiamo la nostra terra, voi dovete tenerla da parte e come sacra, come un posto dove anche l’uomo bianco possa andare a gustare il vento addolcito dai fiori dei prati.

Perciò noi consideriamo l’offerta di comprare la nostra terra, ma se decideremo di accettarla, io porrò una condizione. L’uomo bianco deve trattare gli animali di questa terra come fratelli. Io sono un selvaggio e non capisco altri pensieri. Ho visto migliaia di bisonti che marcivano sulla prateria, lasciati lì dall’uomo bianco che gli aveva sparato dal treno che passava. Io sono un selvaggio e non posso capire come un cavallo di ferro sbuffante possa essere più importante del bisonte, che noi uccidiamo solo per sopravvivere.

Che cosa è l’uomo senza gli animali? Se non ce ne fossero più gli indiani morirebbero di solitudine. Perché qualunque cosa capiti agli animali presto capiterà all’uomo. Tutte le cose sono collegate.

Voi dovete insegnare ai vostri figli che il terreno sotto i loro piedi è la cenere dei nostri antenati. Affinché rispettino la terra, dite ai vostri figli che la terra è ricca delle vite del nostro popolo. Insegnate ai vostri figli quello che noi abbiamo insegnato ai nostri, che la terra è nostra madre. Qualunque cosa capita alla terra, capita anche ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su se stessi.

Questo noi sappiamo: la terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla terra. Questo noi sappiamo. Tutte le cose sono collegate, come il sangue che unisce una famiglia. Qualunque cosa capita alla terra, capita anche ai figli della terra. Non è stato l’uomo a tessere la tela della vita, egli ne è soltanto un filo. Qualunque cosa egli faccia alla tela, lo fa a se stesso. Ma noi consideriamo la vostra offerta di andare nella riserva che avete stabilita per il mio popolo. Noi vivremo per conto nostro e in pace. Importa dove spenderemo il resto dei nostri giorni.

I nostri figli hanno visto i loro padri umiliati nella sconfitta. I nostri guerrieri hanno provato la vergogna. E dopo la sconfitta, essi passano i giorni nell’ozio e contaminano i loro corpi con cibi dolci e bevande forti. Poco importa dove noi passeremo il resto dei nostri giorni: essi non saranno molti. Ancora poche ore, ancora pochi inverni, e nessuno dei figli delle grandi tribù, che una volta vivevano sulla terra e che percorrevano in piccole bande i boschi, rimarrà per piangere le tombe di un popolo, una volta potente e pieno di speranze come il vostro. Ma perché dovrei piangere la scomparsa del mio popolo? Le tribù sono fatte di uomini, niente di più. Gli uomini vanno e vengono come le onde del mare. Anche l’uomo bianco, il cui Dio cammina e parla con lui da amico a amico, non può sfuggire al destino comune. Può darsi che siamo fratelli, dopo tutto. Vedremo.

Noi sappiamo una cosa che l’uomo bianco forse un giorno scoprirà: il nostro Dio è lo stesso Dio. Può darsi che voi ora pensiate di possederlo, come desiderate possedere la nostra terra. Ma voi non potete possederlo. Egli è il Dio dell’uomo e la sua compassione è uguale per l’uomo rosso come per l’uomo bianco. Questa terra è preziosa anche per lui. E far male alla terra è disprezzare il suo creatore. Anche gli uomini bianchi passeranno, forse prima di altre tribù. Continuate a contaminare il vostro letto e una notte soffocherete nei vostri stessi rifiuti.

Ma nel vostro sparire brillerete vividamente, bruciati dalla forza del Dio che vi portò su questa terra e per qualche scopo speciale vi diede il dominio su questa terra dell’uomo rosso. Questo destino è un mistero per noi, poiché non capiamo perché i bisonti saranno massacrati, i cavalli selvatici tutti domati, gli angoli segreti della foresta pieni dell’odore di molti uomini, la vista delle colline rovinate dai fili del telegrafo. Dov’è la boscaglia? Sparita. Dov’è l’aquila? Sparita. E che cos’è dire addio al cavallo e alla caccia? La fine della vita e l’inizio della sopravvivenza.

Noi potremmo capire se conoscessimo che cos’è che l’uomo bianco sogna, quali speranze egli descriva ai suoi figli nelle lunghe notti invernali, quali visioni egli accenda nelle loro menti, affinché essi desiderino il futuro. Ma noi siamo dei selvaggi. I sogni dell’uomo bianco ci sono nascosti. E poiché ci sono nascosti noi seguiremo i nostri pensieri.

Perciò noi considereremo l’offerta di acquistare la nostra terra. Se accetteremo sarà per assicurarci la riserva che avete promesso. Lì forse potremo vivere gli ultimi nostri giorni come desideriamo. Quando l’ultimo uomo rosso sarà scomparso dalla terra ed il suo ricordo sarà l’ombra di una nuvola che si muove sulla prateria, queste spiagge e queste foreste conserveranno ancora gli spiriti del mio popolo.

Poiché essi amano questa terra come il neonato ama il battito del cuore di sua madre. Così, se noi vi vendiamo la nostra terra, amatela come l’abbiamo amata noi. Conservate in voi la memoria della terra com’essa era quando l’avete presa e con tutta la vostra forza, con tutta la vostra capacità e con tutto il vostro cuore conservatela per i vostri figli ed amatela come Dio ci ama tutti.

Noi sappiamo una cosa, che il nostro Dio è lo stesso Dio. Questa terra è preziosa per Lui. Anche l’uomo bianco non fuggirà al destino comune. Può darsi che siamo fratelli, dopo tutto. Vedremo!

giovedì 2 settembre 2010

I PELLEGRINAGGI

Per i  Pellegrinaggi, si cercherà di fare un uso limitato delle auto proprie. Ove possibile, verranno utilizzati i mezzi pubblici.
Le prenotazioni vanno effettuate per tempo, scrivendo una mail: laghiewilderness@libero.it



8 settembre MADONNA DI LUCIAGO - MOTTARONE

8 dicembre SANTUARIO DI RE in VAL VIGEZZO

13 maggio  SANTUARIO DELLA MADONNA DEL BODEN - ORNAVASSO

15 agosto  MARIA ASSUNTA a SALECCHIO INFERIORE

autunno e primavera  DAL SACRO MONTE DI ORTA al SACRO MONTE DI VARALLO


I dettagli dei programmi, verranno comunicati agli interessati, al momento dell'iscrizione.


sabato 28 agosto 2010

venerdì 13 agosto 2010

INNO AL MOTO PEDESTRE

IL MOTO PEDESTRE (1921)








Il “podismo nobile” è fra i moti salutari di propria elezione, quello più a portata del comune delle persone; ed è anche quello igienico per eccellenza se fatto in aperta campagna; non svilupperà le braccia per atletismi, ma anche da esse allontana ogni torpore. Il passo veloce e, magari la corsa, la salita, il percorso in terreno vario e difficile, ravvivano ogni organo della persona; e l'aria pura lava il sangue. Per la respirazione, che da “addominale” (negli uomini) si fa vieppiù“toracica”,  tutti i muscoli della regione addominale acquistano in forza di sospensione. Nel terreno vario e difficile le preoccupazioni che si potessero avere come incubo, via via dileguano, perchè ad esse si sostituiscono le nuove attenzioni obbligate. Se si è sensibili al bello che circonda, se ne risente piacevolezza e soave conforto;e l'entusiasmo dello spirito si trasfonde in tanto “buon sangue”. Nel moto pedestre l'uso di scarponi pesanti a larghe suola, favorisce il disimpegno elastico della persona dentro un più largo equilibrio. Il moto pedestre, come mezzo igienico e anche come mezzo curativo, ha la grande qualità di poter essere regolato appropriatamente secondo il riscontro degli effetti risentiti a mano a mano. Dal Medico si può sentirsi consigliare il moto pedestre anche contro le “emorroidi” e le “prostatiti”; Certo esso concorre a prevenirle.......
 CAPITO??? CAMMINARE FA BENE ALLA SALUTE E ALLO SPIRITO ED E' COSI' DA SEMPRE.....

E TU COSA STAI ASPETTANDO?  CERCA NEL PROGRAMMA DI     LAGHI E WILDERNESS     L'ESCURSIONE ADATTA ALLE TUE CAPACITA' E........ BUONE MONTAGNE A TUTTI.

giovedì 12 agosto 2010

PERCHE' UNA GUIDA AMBIENTALE ESCURSIONISTICA?

Quando prendete la decisione di farvi accompagnare nella vostra camminata da una guida escursionistica, voi non volete soltanto qualcuno che vi enunci gli aspetti naturalistici, storici, geologici, artistici, della zona che avete prescelto di visitare; voi volete, soprattutto, qualcuno che vi assista e vi custodisca in tutta sicurezza quando vi trovate in un ambiente così particolare quale può essere quello di media montagna.
Ed è cosa saggia da parte vostra fare questa scelta, perchè è soprattutto in questo tipo di ambiente che ci vuole conoscenza, esperienza, buone capacità pratiche, occhio acuto, buon allenamento (allo sforzo, alle altitudini) e una guida può senz'altro aiutarvi con i suoi consigli, a non sprecare inutili energie. Questo, per rimanere in una buona condizione psico-fisica fino alla conclusione dell'escursione e, rimanere così in grado di apprezzare a pieno, tutto quello che la montagna ci offre attraverso i suoi svariati e stupendi paesaggi. Sarete capaci,  inoltre, di interiorizzare quegli imput che la guida offre con le sue conoscenze e i suoi aneddoti....e poi, una volta rientrati a casa, sarà compito vostro andare ad approfondire gli argomenti che più avranno suscitato il vostro interesse e la vostra curiosità.......

Perciò  SICUREZZA e CONDIVISIONE   sono le cose che vi offro con la mia professione e la mia esperienza e sono certo che ritornerete, per scoprire sempre di più tutto quello che  il meraviglioso e vasto territorio tra la zona Laghi e le Alpi di confine del Piemonte, ha da offrirvi......

LA MONTAGNA







Abbi massimo rispetto per questo luogo, 
e per tutto ciò che quassù trovi; 
se tu non l'hai portato con fatica 
qualcun altro lo ha fatto, 
e pensa se tu saresti in grado di fare tutto ciò 
che il tuo occhio vede. 

Amami e io non ti tradirò. 

Sii coraggioso e mi vincerai. 

Attento a dove posi il piede, 
per colpa tua qualcuno più in basso 
può lasciarci la vita. 

Ai 1500 metri dimentica chi sei, 
con persone di differente età usa il Voi, 
con persone della tua stessa età usa il Tu. 

Ai 2000 metri dimentica il mondo, 
gli affanni, le tasse e godi la vera pace. 

Ai 2500 metri dimentica il tuo io, 
la boria, la cultura, la forza fisica, 
perchè se quassù sei giunto, 
sei in tutto e per tutto uguale agli altri 
che quassù stanno. 

Non credere piccolo uomo 
di essere chissà chi, 
perchè prima che tu esistessi 
io già c'ero, 
e quando tu non esisterai più 
ancora io ci sarò. 

LA MONTAGNA


(poesia presso la chiesetta di San Bernardo Alta Val Bognanco)




ITINERARI ESCURSIONISTICI PER LE 4 STAGIONI

ITINERARI ESCURSIONISTICI PER LE 4 STAGIONI 
WANDERWEGE 
ITINERARIES FOR THE EXCURSIONIST 
ITINERAIRES TOURISTIQUES 

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FRANCESCO FIORETTI



































GUIDA ESCURSIONISTICA AMBIENTALE DEL PIEMONTE 
NATURFÜHRER DER REGION PIEMONT 
WILDERNESS HIKING GUIDE OF PIEDMONT 
ACCOMPAGNATEUR EN MONTAGNE DU PIEMONTE


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